CARICAMENTO

Anna Pericolo sarà ancora parte della famiglia Volley World!! Dopo una carriera di altissimo livello in cui ha giocato due stagioni in Serie A1 con la Parmalat Matera l’irpina continua nel proprio di crescita come allenatrice: per il secondo anno consecutivo la campana sarà sulle panchine della Volley World dove seguirà la serie D maschile e tre gruppi giovanili (U19 bianca, U17 ed U15 rossa).

Cosa ti porti dalle tue esperienze da giocatrice e che provi a trasmettere alle tue squadre?

Un aspetto fondamentale che ho imparato sulla mia pelle è quello di “freezare” la propria carriera da giocatore quando si intraprende il percorso di allenatore, perché potrebbero esserci delle interferenze non positive per gli atleti, soprattutto quando si pensa o si pretende di poter ottenere gli stessi risultati tecnici o tattici raggiunti in passato. Ogni atleta ha la sua storia personale e sportiva, percorsi diversi, allenatori e contesti differenti: è importante comprenderli, analizzarli e cercare di creare un lavoro che sia adatto alla crescita di ogni singolo.

Quello che sicuramente racconto ai miei ragazzi sulla mia carriera da giocatrice, è che per arrivare a raggiungere un determinato risultato, c’è bisogno non solo di lavoro, umiltà e dedizione costante in palestra: la vita di un atleta professionista è a 360 gradi, ed è fatta di una routine abbastanza standardizzata di regole, regime alimentare, riposo, studio e poche uscite serali con gli amici. Ergo, non è per tutti!

La cosa che mi fa sorridere è che spesso si pensa che solo nei club iridati si sviluppi questo sistema; io invece credo che la mentalità sportiva sia qualcosa da insegnare a prescindere, perché ai giovani resterà un metodo valido ed organizzato per la vita, nell’affrontare gli ostacoli, le paure, l’ansia di un risultato, la puntualità al lavoro e maggiore capacità di problem solving, perché sono stati abituati a farlo in palestra ogni giorno.
Noi allenatori dei gruppi giovanili abbiamo l’onere e l’onore di creare identità, e non è per niente cosa da poco!

Cosa ti ha portato a scegliere di allenare i ragazzi piuttosto che le ragazze?

Ho iniziato a giocare a pallavolo guardando in tv la generazione di fenomeni allenata da un certo Julio Velasco; avevo 9 anni, mi sono innamorata di Lorenzo Bernardi N.9 (che ho portato sulla mia maglia per svariati anni) atleta di quella Italia che di cuori e di medaglie ha fatto bottino pieno. Ho avuto la fortuna di vivere anche la pallavolo femminile ad alti livelli, ma non ha mai prodotto lo stesso risultato emotivo.

Quando ho ed ho avuto la possibilità di vedere un match, che sia live o in tv, scelgo sempre la maschile e in tutti questi anni ho sempre avuto il desiderio di allenarla per studiare e analizzare anche gli aspetti meno visibili: il rapporto con i ragazzi (abituata ad avere a che fare con le donne per tantissimi anni), la loro attitudine al lavoro, la psicologia maschile (che mi appassiona perché mi arricchisce di informazioni).

Molti mi chiedono il perché di questa scelta, avendo avuto un passato importante nella femminile, dove partirei sicuramente da una base più solida. Ma l’unica cosa che conta davvero è STUDIARE, aggiornarsi, incuriosirsi, impegnare il proprio tempo a porsi domande, dubbi, per poi andare a cercare risposte da chi ha più cultura e sapienza di te.

Se dovessi descrivere Anna come persona con 3 aggettivi, quali useresti? E se invece dovessi descrivere Anna come allenatrice?

Penso di essere determinata, pignola e curiosa. Per l’Anna allenatrice direi sicuramente scassaca… (ride n.d.r.), mentre gli altri due aggettivi li lascio ai miei atleti”

Ti sei prefissata qualche obiettivo in particolare per la nuova stagione?

Bisogna sempre prefissarsi degli obiettivi, che siano a breve, medio o lungo termine, piccoli, grandi o ambiziosi. Senza obiettivi non c’è un lavoro specifico e senza quello non ci sono migliorie. In primis ogni anno tendo a focalizzare due percorsi che non sono paralleli, ma che si intrecciano: quello personale, di crescita individuale e professionale, e la crescita degli atleti. Mi piacerebbe alzare l’asticella per gli atleti che già seguo dall’anno scorso e creare un bel percorso con i nuovi. Non è semplice, ma ce la mettiamo tutta!

Numericamente e statisticamente non parlo mai, quindi anche se avessi degli obiettivi stagionali in testa, non mi azzardo a farne parola (ride n.d.r.): la scaramanzia e anche il lavoro a testa bassa sono due pilastri sacri! Una cosa è certa, continuo a ringraziare la Volley World per la fiducia e la stima, ribadisco il concetto di un anno fa: l’azzurro è un colore bellissimo”

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